ARTICOLO 34 della Costituzione

[...] I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi [...]

mercoledì 18 febbraio 2009

Verso la proroga del mandato rettorale del prof. Decleva. Il parere favorevole dei rappresentanti di Sinistra Universitaria

Riportiamo qui sotto il testo della dichiarazione di voto con cui i rappresentanti di Sinistra Universitaria in Senato Accademico hanno approvato la proposta di prolungamento del mandato a Rettore del prof. Decleva, ordinario di Storia contemporanea presso la nostra Facoltà, al fine di poter proseguire nell'incarico di presidente della Conferenza dei Rettori Italiani in una delicatissima fase per il nostro sistema universitario.


Con il sostegno che anche noi, rappresentanti di Sinistra Universitaria nel Consiglio di Facoltà di Lettere e Filosofia, esprimiamo a questa prospettiva, desideriamo:

1) non far mancare la nostra fiducia al lavoro di complessa mediazione che il prof. Decleva svolge dall'estate 2008 per scongiurare la piena conferma dei definanziamenti previsti per il 2010, pur sollecitando affinché gli sforzi presenti e futuri per il saldo del bilancio non vadano a detrimento della didattica, anche nei suoi settori liminari, del sistema bibliotecario e, in generale, delle componenti più giovani e attive del nostro Ateneo, con particolare riguardo alle Facoltà umanistiche, in ormai cronica difficoltà.

2) prestar fede alla denunce lanciate dal prof. Decleva in aula magna, nel novembre scorso, in un incontro interuniversitario organizzato dai rappresentanti della nostra lista, come manifestazione di una posizione non ambigua sugli interventi contro la ricerca posti in essere dall'attuale governo di destra.

3) non rinunciare a sostenere un principio di mobilitazione seria, civile e democratica di fronte all'attacco all'università, preferendo gli strumenti più incisivi a nostra disposizione, in primis politici e di rappresentanza, evitando, con banali generalizzazioni baronali, di lacerare il sistema universitario anziché ricomporlo.

4) evitare, consci tanto dell'irritualità della procedura di proroga quanto anche dello sfacelo alle porte per l'Università italiana, di assumere posizioni intransigenti per forma e sostanza, con il rischio di aprire le porte a una CRUI più accondiscendente verso i baronati "reali", verso i movimenti clericali o, peggio ancora, verso lobby mediche, giuristiche o ingegneristiche, le cui ingerenze nell'Università sarebbero quanto meno limitate da un presidente proveniente da una Facoltà umanistica.


Qui di seguito la dichiarazione di voto dei senatori accademici:


Oggi ci troviamo a votare una modifica di Statuto che risponde ad esigenze contingenti riguardanti il nostro Rettore. Questa situazione ci mette di fronte all’impossibilità di prendere una decisione esclusivamente sul merito della proposta presentata e ci impone di considerare il contesto in cui questa viene presa. Teniamo a sottolineare le nostre critiche sul metodo con cui si effettua questa modifica di Statuto poiché crediamo che simili regole sul governo del nostro ateneo non vadano cambiate in funzione di immediate circostanze.
Siamo inoltre molto critici sui tempi e sulle modalità con cui è stata sviluppata la discussione in merito alla modifica in esame, in quanto i pochi giorni a nostra disposizione non ci hanno permesso di avere un serio confronto con la componente che rappresentiamo. Siamo stati costretti a prendere in breve tempo una decisione che invece meritava un’approfondita riflessione.
Difficile poi per noi comprendere il silenzio da parte del Rettore circa quella che si configura come una mozione di fiducia e di riconferma e che per questo motivo l’avrebbe secondo noi dovuto vedere principale promotore ed estensore del suo progetto. Siamo inoltre dispiaciuti del fatto che questa discussione si tenga solo oggi, per la prima volta, nell'organo competente a decidere: il Senato.
Tuttavia ci rendiamo conto dell’eccezionalità della situazione in cui si trova il nostro Ateneo e riteniamo positivo che la modifica proposta circoscriva con precisione i termini di concessione della proroga e rispetti le prerogative del Senato Accademico.
Nel breve tempo che abbiamo avuto a disposizione in preparazione di questa seduta abbiamo cercato di raccogliere il maggior numero di informazioni e di opinioni sulle conseguenze di questa modifica statutaria, per meglio poterne comprendere la portata in un momento così delicato per il nostro sistema universitario.
Ci siamo inoltre interrogati sulle possibili ripercussioni che la scelta di oggi potrebbe produrre per gli studenti - tenendo anche conto delle mobilitazioni che hanno caratterizzato gli ultimi mesi – e di come la posizione del nostro ateneo sarebbe stata letta dalla stampa.
Questo è un periodo in cui il nostro lavoro all'interno delle istituzioni accademiche viene osservato con particolare attenzione, un'attenzione che deve essere di stimolo per una più forte responsabilizzazione nell'attuare quelle riforme che da troppi anni l'università e la società italiana si attendono.
Crediamo che nel processo di riforma del sistema universitario in corso, l'università italiana debba essere autorevolmente rappresentata nei rapporti col ministero e debba far pesare la propria opinione al fine di rendere le future riforme migliori e non meno incisive.
Solo una responsabile disponibilità del mondo accademico a riformarsi potrà forse permettere che vengano ritirati i pesantissimi tagli che oggi gravano sul sistema universitario italiano, ritenuto oggi da ampi settori della società, a torto o a ragione, in gravi difficoltà.
Prendiamo atto delle posizioni espresse dal Rettore Decleva in merito a una rapida ripresa dei lavori della commissione regolamenti che affronti tra gli altri temi: la riattivazione della Conferenza degli studenti e una maggiore partecipazione degli studenti nelle elezioni del Rettore.
Attendiamo con fiducia inoltre i primi segnali per un processo di riforma del metodo di lavoro degli organi accademici di governo che, proprio a partire da questo Senato Accademico, dovranno dotarsi di nuovi strumenti ed adottare forme più adatte a rispondere alle esigenze del nostro ateneo. Richiamiamo qui il Senato Accademico al proprio ruolo di indirizzo strategico, ruolo che troppo spesso non è stato in grado di assolvere con efficacia, a partire proprio dalla costruzione di un dibattito collegiale sulla modifica statutaria in esame.
Riteniamo pertanto fondamentale che venga al più presto istituita una commissione istruttoria al fine di produrre una bozza di programma che impegni il Senato e il Rettore nei prossimi due anni. Questa commissione dovrà concludere i lavori entro la seduta del Senato in cui si discuterà l' approvazione di una proroga al mandato del Rettore.
Solo arricchendo di contenuti propositivi il lavoro dei prossimi mesi saremo in grado di presentare questa modifica dello statuto come un ponte verso un rinnovato impegno riformatore, che, se vorrà produrre risultati concreti, dovrà essere sostenuto non solo dal Rettore ma da tutto il Senato, coerentemente alle posizioni propositive emerse nel dibattito sulla modifica statutaria.
E’ con spirito di responsabilità che oggi votiamo sì a questa modifica dello Statuto. Un sì non acquiescente, ma critico e condizionato ai passi che il nostro Ateneo intraprenderà nelle prossime settimane.