di B. Argentieri - A. Sacchi
MILANO - Madri e padri - sempre loro, sempre in prima linea - prendono appunti davanti alla Bocconi. Hanno con sé la cartina di Milano, «così possiamo controllare le zone». Segnano strade e numeri di telefono. Sconsolati: «Con questi prezzi è difficile mandare un figlio all'università». Per affittare un posto letto - in nero, «settimana corta, non fumatore, no uso della cucina» - servono anche 650 euro mensili. Per non parlare di stanze singole e monolocali, dove i canoni possono superare anche i mille euro al mese. «I costi per la casa - denunciano dal Sunia - continuano ad aumentare. Circa del dieci per cento in un anno. E si moltiplicano anche le irregolarità a danno dei ragazzi e delle loro famiglie».
Non basta cambiare università. E nemmeno zona. I prezzi per gli studenti sono sempre gli stessi. Carissimi. Da Brenta a Città Studi. Passando per Lambrate e via Padova. «Bisogna essere figli di papà per permettersi certe case», sospira un ragazzo. Al Politecnico le bacheche sono lungo i cortili. Sfondo rosso e migliaia di foglietti attaccati. Gli annunci sono di tutti i tipi. Una giungla. Il minimo per un posto letto (ma è un'anomalia) si aggira sui 300 euro. Però con clausule annesse. C'è scritto: «Condivisione stanza con tre ragazze. Settimana corta (dal lunedì al venerdì, ndr). Non fumatore. Luce, acqua e gas esclusi». La zona è quella dell'università. E facendo bene i conti si arriva a 325 euro al mese. In piazza Udine, con le stesse restrizioni, chiedono cinquecento euro più 25 di spese. «Certo si è in due anziché quattro, però è una follia», sottolinea Lucrezia Lozzari da Roma. È venuta con settimane in anticipo per cercare casa. «Ma è un inferno».
Dal posto letto alla stanza singola il passo è molto lungo. Soprattutto in termini di spesa. In via Eustachi, escluse le spese condominiali, si paga 750 euro. Sulla bacheca della Cattolica, una delle meglio organizzate (c'è anche online, http://educatt.unicatt.it/), ci sono anche gli alloggi in contropartita: si affittano stanze gratuite in cambio di una mano in casa, soprattutto con i bambini. Ma una camera in centro può costare anche 800 euro. I più esperti dicono che la maniera migliore, per affittare, sia internet. Tanti i siti dedicati. Non ultimo Agenzia Uni, ideato dal Comune. Poi studenti.it, bacheca.it. E ancora alloggimilano.it. «L'unico problema è che ormai gli appartamenti più convenienti sono già stati presi». E il pericolo di irregolarità cresce. Per questo Giuditta Grechi, di Sinistra universitaria e responsabile della bacheca in Statale, sottolinea: «Bisogna essere fermi sul contratto. E rifiutare il nero». Poi si può chiedere «una lista dei precedenti inquilini, così da poter conoscere in anticipo i problemi della stanza». Giuditta punta il dito contro gli atenei cittadini: «Avrebbero potuto mettersi insieme e fare rete. Aiutarci».
Non è d'accordo Dario Casati, prorettore della Statale (1.500 alloggi, quattrocento in più rispetto al 2009), da sempre attento al problema delle residenze per gli universitari: «In tre anni gli atenei milanesi hanno fatto sistema raddoppiando il potenziale abitativo della città. Abbiamo già pronti 240 nuovi alloggi e altri 200 saranno disponibili da gennaio. Con l'Aler è stata firmata una convenzione e per i ricercatori sono stati riservati alcuni appartamenti». Difesa: «Non sempre i ragazzi conoscono le nostre offerte». Consiglio per questi giorni: «I proprietari di casa stanno sparando prezzi molto alti. Meglio tenere i nervi saldi e aspettare che i prezzi scendano».
Intanto, caccia all'offerta migliore. «Ma a quali condizioni?», si domanda un padre, arrivato da Catania con il figlio. «Per stare sotto i 300 euro bisogna vivere uno sopra l'altro». Qualche conto: tra retta, affitto, vitto e libri, una matricola può costare 1.500 euro al mese. Secondo Stefano Chiappelli, segretario milanese del Sunia, il sindacato degli inquilini, in un anno i prezzi delle case per studenti sono aumentati del dieci per cento. Anche l'anno scorso era stato registrato lo stesso incremento. «Il trend non si ferma - commenta Chiappelli - e le irregolarità si moltiplicano. Vengono fatte firmare disdette in bianco al momento della stipula del contratto e gli affitti sono per lo più in nero. Sono anni che denunciamo questa situazione, ma non siamo ascoltati».