ARTICOLO 34 della Costituzione

[...] I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi [...]

giovedì 8 aprile 2010

ELEZIONI per il CNSU - 12/13 maggio 2010


Il Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari è un organo consultivo di rappresentanza degli studenti iscritti ai corsi attivati nelle università italiane, di laurea, di laurea specialistica e di specializzazione e di dottorato.

Esso formula pareri e proposte al Ministro dell’istruzione, università e ricerca sui progetti di riordino del sistema universitario predisposti dal Ministro, sui decreti ministeriali, con i quali sono definiti i criteri generali per la disciplina degli ordinamenti didattici dei corsi di studio universitario, nonché le modalità e gli strumenti per l’orientamento e per favorire la mobilità degli studenti. Formula pareri sui criteri per l’assegnazione e l’utilizzazione del fondo di finanziamento ordinario e della quota di riequilibrio delle università.
Elegge nel proprio seno otto rappresentanti degli studenti nel Consiglio Universitario Nazionale. Può formulare proposte e può essere sentito dal Ministro su altre materie di interesse generale per l’università. Presenta al Ministro, entro un anno dall’insediamento, una relazione sulla condizione studentesca nell’ambito del sistema universitario. Può rivolgere quesiti al Ministro circa fatti o eventi di rilevanza nazionale riguardanti la didattica e la condizione studentesca, cui è data risposta entro 60 giorni.

Il C.N.S.U. è composto da ventotto componenti eletti dagli studenti iscritti ai corsi di laurea e di laurea specialistica, da un componente eletto dagli iscritti ai corsi di specializzazione e da un componente eletto dagli iscritti ai corsi di dottorato di ricerca. I componenti sono nominati con decreto del Ministro, durano in carica due anni e sono rieleggibili. Il C.N.S.U. elegge nel proprio seno il Presidente e tre membri che compongono l’Ufficio di Presidenza.
Sara Capasso - Candidata al CNSU



Intervista alla candidata milanese delle liste di sinistra al consiglio nazionale degli studenti universitari
Il 12 e 13 maggio 2010 si terranno in tutte le università italiane le elezioni per il consiglio nazionale degli studenti universitari. Le liste di sinistra delle Università milanesi, per avere la massima possibilità di eleggere un proprio rappresentante in questo organo, che conta 32 rappresentanti provenienti tutta Italia, sosterranno in modo unitario e condiviso la candidatura di Sara Capasso, studentessa dell’Università Bicocca. Per iniziare a conoscerla, proponiamo in questo numero un’intervista alla candidata.
1. Breve presentazione: cosa studi, in quale università, quali esperienze hai fatto nella rappresentanza studentesca?
Mi chiamo Sara Capasso, studentessa di Giurisprudenza dell’Università degli studi Milano-Bicocca. Ho cominciato ad interessarmi alla rappresentanza nel 2007. Sono stata eletta in Consiglio di Facoltà e Consiglio degli Studenti, per poi subentrare, nel 2009, in Senato Accademico, sempre con l’associazione studentesca ListediSinistra.Il nostro gruppo esiste ormai da nove anni e si occupa sia di rappresentanza studentesca sia di organizzare eventi ed iniziative di promozione culturale, sociale e politica che favoriscono l’informazione e lo scambio di opinioni tra noi giovani universitari. Ho deciso di “buttarmi” nella rappresentanza perché credo sia necessario che gli studenti partecipino alla vita della propria università. E' fondamentale che ci sia qualcuno pronto a difendere i nostri diritti e promuovere un'Università che sia più vicina alle nostre esigenze!La volontà di candidarmi al CNSU nasce dalla consapevolezza che, dopo due anni e mezzo di rappresentanza, per incidere radicalmente sulla politica universitaria locale, sia fondamentale portare l'ottimo lavoro svolto dai rappresentanti degli atenei milanesi a livello nazionale.
2. A partire dalla tua esperienza di rappresentante, quali sono secondo te i principali problemi dell'università italiana?
Il vero problema dell'Università italiana, a mio avviso, è la mancanza di un progetto chiaro alla base delle riforme effettuate negli ultimi anni. Ad ogni cambio di governo, il nuovo ministro ritiene di dover passare la spugna su ciò che è stato fatto precedentemente. Prendiamo, ad esempio, il ministro Gelmini: evidentemente pensa che per risolvere i mali dell'Università sia sufficiente concedere meno fondi per tagliare gli sprechi. Ma gli sprechi sono figli di anni di errori commessi dalla politica, che troppo spesso ha visto l'istruzione Universitaria come un peso piuttosto che come una risorsa. E' necessaria una riforma organica dell'intero sistema d'istruzione; una riforma che guardi al futuro, che favorisca la ricerca, che impedisca la formazione di baronati, che sia in grado di fornire un'istruzione di qualità a noi studenti e che trasformi l'università in un luogo d'eccellenza, quale deve essere.3. Tre questioni che ritieni fondamentali e di cui ti impegni ad occuparti una volta eletta.Vorrei maggiore dialogo tra la componente studentesca ed il ministero, affinché si possa lavorare in maniera più proficua ad una riforma organica del sistema universitario. Vorrei più iniziative dirette a potenziare il diritto allo studio . Vorrei che l'Università fosse in grado di offrire a chi davvero lo vuole la possibilità di studiare, ma allo stesso tempo si impegnasse a riconoscere e premiare le eccellenze. Nella mia testa i vorrei sono tanti... Mi impegnerò a fondo affinché il CNSU porti avanti queste battaglie! 4. Come giudichi il livello dei servizi agli studenti nella città di Milano? Cosa è opportuno che si faccia per migliorarli?Milano non è sicuramente una città costruita a “misura di studente”, non è certo una città universitaria. Troppe sedi distaccate, manca l'idea europea del campus universitario. Si veda il caso della Bicocca: il quartiere potrebbe essere riempito di negozi, librerie, bar, all'interno dei quali far lavorare gli studenti attraverso convenzioni con l'università. In tutta Europa funziona così. Perché noi italiani dobbiamo sempre distinguerci in negativo? Ma potremmo parlare anche del mancato potenziamento dei mezzi di trasporti interurbani, del quale si parla da anni, ma che procede troppo lentamente. Noi universitari milanesi dobbiamo far sentire la nostra voce ed intendiamo provare a farlo anche attraverso il CNSU.5. Pensi che attualmente nelle nostre università il diritto allo studio sia effettivamente garantito? come eventualmente miglioreresti il sistema del diritto allo studio?Senza dubbio negli ultimi anni sono stati fatti dei passi in avanti, per lo meno a Milano. Tuttavia dei miglioramenti sono sempre possibili: bisogna continuare a spingere verso un ulteriore aumento delle borse erogate, possibilmente ridiscutendo dei criteri di idoneità utilizzati per la loro assegnazione. Attualmente, infatti, questi permettono l'ingresso in graduatoria ad un numero di studenti molto ridotto a causa delle bassissime soglie di reddito necessarie, senza permettere però di discernere realmente tra studenti meritevoli e non. Inoltre, è necessario continuare a richiedere un aumento delle residenze universitarie, oppure chiedere maggiori accordi tra università e comune per favorire la messa a disposizione di alloggi a prezzi calmierati, per venire incontro alle esigenza degli studenti fuori sede. Sono da rivedere anche i costi della ristorazione dato che, in molti paesi europei, come Francia e Germania, qualunque sia la mensa universitaria, un pasto completo costa al massimo poco più di
3. Perché non cercare di uniformarsi agli altri paesi europei anche in questo? E poi... è così impossibile pensare a delle convenzioni che riducano il prezzo dei testi d'esame?
In alcune facoltà ci sono libri che costano anche 180€, un prezzo decisamente troppo alto per uno studente che magari è costretto a lavorare per frequentare l'università!6. Come giudichi la situazione degli studenti lavoratori? quali diritti pensi debbano essergli riconosciuti?Purtroppo gli studenti lavoratori sono ad oggi la categoria meno tutelata. In Bicocca, per esempio, erano stati istituiti dei corsi part-time, che prevedevano un percorso formativo di sei anni anziché tre, sostenendo esami per 30 cfu l’anno (al posto dei 60 previsti). Tuttavia questo “esperimento” non ha avuto molto successo e, anziché cercare di migliorare il servizio e farlo conoscere bene agli studenti, si è preferito abolirlo. Gli atenei hanno il dovere di tentare di conciliare gli studi con il lavoro e offrire una serie di servizi per coloro che non possono dedicarsi all'università a tempo pieno: ad esempio, corsi serali di qualità, potenziamento della figura del tutor universitario, apertura delle biblioteche in fasce orarie serali, come ad esempio è stato fatto in Statale e al Politecnico.

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