ARTICOLO TRATTO DAL QUOTIDIANO "La Repubblica" del 10 Settembre 2010
Statale, appello alle donazioni: "Gli studenti ricchi ci aiutino"
di Franco VanniStatale, appello alle donazioni: "Gli studenti ricchi ci aiutino"
«Chi ha la possibilità di farlo, doni all’ateneo somme che vadano oltre le tasse universitarie, per sostenere la qualità e il futuro della ricerca». È l’appello di Dario Casati, prorettore vicario della Statale, alle famiglie che hanno disponibilità economiche tali da poter “elargire liberalmente” in aiuto dell’università. «Mi rivolgo a chi ha grandi disponibilità, anche fra i laureati dell’ateneo — precisa Casati — non mi aspetto che la richiesta vada a buon fine, ma tentar non nuoce». L’appello al gesto di cuore dei superabbienti, che riporta ai tempi della Milano “capitale morale” del Paese, arriva in un momento difficile per le casse degli atenei, che ancora subiscono i tagli della finanziaria 2008. «Le somme raccolte dalla generosità — dice Casati — saranno investite in borse di studio, come già avviene in molti Paesi».
L’ammontare delle tasse universitarie è al centro delle polemiche degli studenti. La legge prevede infatti che le università non possano chiedere agli iscritti più del 20 per cento della somma del “fondo ordinario”. Meno soldi dà lo Stato, quindi, meno gli atenei possono pretenderne dai ragazzi. Il meccanismo non funziona e a Milano tutti sforano: le tasse sono il 28 per cento del fondo ordinario al Politecnico, il 27 in Bicocca e in Statale. «Aumentare le tasse non si può — dice Casati — ma le donazioni sono un’altra cosa». La Statale da tre anni calcola l’ammontare delle tasse in base all’indice Isee che tiene conto del patrimonio, e si è così ridotta la quota di furbi che certificavano redditi modesti. Ma resta l’effetto mimetico della fascia massima, in cui rientrano dirigenti di medio livello ed ereditieri di grandi fortune, per cui la tassa è una bazzecola.
Per raccogliere donazioni il Politecnico sta invece costituendo un database dei laureati negli anni. Ai 70mila ex studenti censiti negli scorsi mesi è stato chiesto in forma gentile di «contribuire in ogni modo», cioè pagando, alla crescita dell’ateneo. Il rettore Giulio Ballio spiega: «L’obiettivo, oltre ad accendere borse di studio, è fidelizzare gli ex studenti. In Italia, dove peraltro le donazioni sono tassate, manca il senso di gratitudine da parte di chi ha poi avuto successo nella vita verso l’università dove si è laureato. Negli Stati Uniti, invece, le donazioni sono frequenti». E negli Usa è nata l’iniziativa che ha ispirato il prorettore Casati. Il professor O’Hare ha scritto una mail alle matricole di Berkeley: «I vostri nonni hanno pagato poche tasse. Per il bene dell’università, chi può ora ne paghi di più»
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