martedì 26 febbraio 2008
CCD di Lingue e letterature straniere del 13 febbraio 2008
Successivamente il c.c.d. ha approvato i nuovi regolamenti delle lauree triennale e magistrale, che verranno applicati a partire dagli iscritti al primo anno dell’a.a. 2008/2009. Poste le non numerose differenze rispetto ai regolamenti attualmente vigenti, i rappresentanti di Sinistra Universitaria hanno espresso voto favorevole. La presidente del consiglio didattico, professoressa Cometta, ha aggiunto che è stato raggiunto un accordo per attivare l’insegnamento di Lingua e Letteratura ungherese, a cui dovrebbe essere affiancato un corso di Lingua e Letteratura finnica.
Sono poi stati approvati i nuovi contratti e affidamenti esterni e conferiti gli insegnamenti dei professori aggregati, elencando il numero delle ore previste per ogni insegnamento.
Inoltre sono stati approvati anche i piani di studio degli studenti e le correlazioni delle tesi di laurea.
Infine è stata posta dalla rappresentante Giulia Lagomarzini una domanda relativa agli appelli orali di gennaio/febbraio, dovuta al malcontento di numerosi studenti. La professoressa Cometta ha risposto che si è trattato di un malinteso, in quanto il regolamento già attivo da anni prevede solo due appelli orali tra gennaio e febbraio, in quanto è presente anche un appello scritto a gennaio. Mettendo solo due appelli orali, un professore non fa altro che rispettare il regolamento vigente. Davanti alla nostra perplessità ci viene spiegato che alcuni docenti non erano al corrente di questo regolamento. Mah!
In ogni caso ci si riserva di migliorare il posizionamento degli appelli, questione spesso spinosa per via di sovrapposizioni problematiche, con la Commissione Gualandri nella stesura di un nuovo calendario.
Il professor Vescovi interviene parlando di problemi di appelli per chi deve laurearsi a marzo. Ci auguriamo che si possa raggiungere una soluzione creando un appello appositamente per i laureandi prima del 31 gennaio.
(a cura di Giulia Lagomarzini)
mercoledì 20 febbraio 2008
CCD di Filosofia del 18 Febbraio 2008
Riguardo a quest'ultima, la situazione è stata determinata dai troppi crediti destinati al Settore didattico di Storia della Filosofia in rapporto alle normative.
La soluzione di compromesso che si è raggiunta (a causa della diversa posizione dei docenti in materia) è che verrà sostanzialmente lasciato alla discrezione del singolo docente se inserire o meno manuali o altri testi di carattere istituzionale nel programma di esame.
Come rappresentanti, pensiamo che questa situazione non sia ottimale, e abbiamo auspicato che la discussione per trovare soluzioni alternative prosegua nei prossimi mesi (rimane da approvare il Manifesto degli Studi, il documento che concretamente definisce i percorsi di studio e le norme, come le conoscenze minime richieste per accedere al corso di laurea).
Per la valutazione globalmente positiva sulla riforma, che ha accolto anche alcune nostre osservazioni, e sopratutto ha mantenuto quel carattere di libertà di scelta che da sempre caratterizza Filosofia nei confronti di altre discipline, abbiamo ritenuto di esprimere un voto positivo.
Alcuni corsi modificheranno la denominazione: ad esempio Propedeutica filosofica diverrà Gnoseologia, al fine di non ingenerare la sensazione che essa debba essere sostenuta nei primi anni di corso.
Vi saranno inoltre indicazioni (che saranno specificate dal Manifesto degli Studi) di propedeuticità di alcuni corsi, che saranno consigliati per le matricole e saranno tarati per le loro possibilità. Rimarrà comunque possibile organizzare un percorso di studi autonomo.
Il numero di laboratori che dovranno essere complessivamente sostenuti scenderà da 4 a 3.
(a cura di Giacomo Bottos)
lunedì 18 febbraio 2008
Che cosa stiamo ricercando? Concorso studentesco di saggi e articoli.
“L’espressione «ricerca», in sé costitutiva del genere umano e di ogni individuo pensante, ha assunto col tempo uno strano slittamento semantico: se è vero che una parola conduce nella nostra mente un’immediata immagine figurativa di ciò cui essa rimanda nella realtà, alla parola «ricerca» il collegamento più immediato vuole oggi che ci balenino tra le idee sagome di matracci, alambicchi, provette, microscopi, camici bianchi. Il sapere umanistico sembra insomma, nell’immaginario collettivo, estraneo ai principi, agli sforzi, anche alle impossibilità che il mondo della ricerca quotidianamente affronta: difficile, insomma, la cognizione di un libro, di un testo, di un pensiero o di un’opera d’arte come oggetto di ricerca.”
Quali sono le cause di questo stato di cose?
Senza la pretesa dell’esaustività, richiamiamoci di nuovo a quell’immagine immediata che il senso comune associa alle parole. Se ci chiediamo chi sia il ricercatore scientifico abbiamo un’immagine molto precisa: un esperto, specializzato in un preciso ambito che lavora in un team di persone con un progetto comune.
Se invece chiedessimo, con uno sforzo di immaginazione, alla nostra mente di immaginare un ricercatore in campo umanistico, molto probabilmente si materializzerebbe davanti a noi un saggio solitario che spulcia voluminosi tomi in qualche oscura biblioteca.
Forse già in questa intuitiva antinomia abbiamo molto della soluzione del problema. Tanta parte della nostra tradizione ha posto l’accento sull’eccezionalità e sulla specificità individuale del cammino del letterato, del filosofo, dell’artista e sull’isolamento e l’incomprensione con il resto del mondo che ne deriva.
L’eburnea turris rimane un’alternativa ben presente nel mondo ideale di ogni umanista.
Noi crediamo tuttavia che, come ogni Aventino, sia una scelta inutile e controproducente. Un’immensa mole di idee, pensieri, pubblicazioni prodotte con impegno e intelligenza da studenti (ma anche ad altri livelli di ricerca universitaria) giace a impolverarsi in reali o metaforici magazzini. Solo il confronto, la pubblicità di questi risultati permetterebbe di separare il grano dal loglio e a impedire quell’eterno ritorno che sembra essere il destino immutabile in cui è inscritta la cultura umanistica. In questo imparare dalla scienza sarebbe senz’altro fruttuoso.
Se però la ricerca umanistica dovesse limitarsi a importare fini e metodi da altri Stati del sapere, a giocare su un terreno che non è il suo, con regole scritte da altri, sarebbe ovviamente destinata alla sconfitta.
Ci sono, al contrario, carte insostituibili che la tradizione letterario-filosofica può giocare. Ad esempio, potrebbe ricordare, con la memoria e l’attenzione alla parola che la caratterizza, il significato del nome “università”: totalità, interezza. Una totalità che riguardava, nella sua concezione originaria, le persone e le idee. Le persone, pur nella necessaria differenza di ruoli, erano infatti unite dal comune interesse per una disciplina e, più in generale per il sapere tutto. Le idee facevano invece riferimento a una concezione unitaria del sapere, di cui l’Università era la manifestazione visibile.
L’“università” in questo duplice senso è ciò che si è perso oggi.
L’enorme aumento degli studenti, le riforme universitarie modellate su necessità estranee alla nostra facoltà, l’analogia “commerciale” che si sta lentamente impadronendo del sistema dell’istruzione hanno lentamente disgregato quella “repubblica delle lettere” che forse in passato l’Università è stata.
Siamo tuttavia convinti che solo da un tentativo di inversione di questo processo gli studi umanistici possano recuperare vitalità. Per questo vorremmo realizzare una pubblicazione (già finanziata dall’Università) che raccolga contributi e studi frutto di ricerche degli studenti, nate nell’ambito del lavoro di tesi o sulla scorta dell’interesse personale. Abbiamo il desiderio e l’ambizione di raccogliere articoli che possano definirsi scientifici e che possano interessare anche docenti e ricercatori della nostra Università.
Gli articoli possono riguardare qualunque argomento, purché supportato da un precedente lavoro di approfondimento condotto con serietà. La redazione attribuirà agli studi selezionati un taglio unitario, in virtù di una concezione armonica del sapere umanistico, così come declinato nei settori d’interesse della Facoltà di Lettere e Filosofia: critico-letterario e linguistico-filologico classico e moderno, italiano e straniero, filosofico, storico, storico-artistico, teatrologico e dello spettacolo, musicologico, geografico, della comunicazione
Gli articoli non devono essere più lunghi di 5 (cinque) pagine di Word carattere Times New Roman
I testi devono essere inviati entro il 30 aprile 2008 all’indirizzo di posta su.letterefilosofia@gmail.com indicando nome, cognome e posizione accademica dell’autore (studente, laureato, dottorando ecc.)
Verranno selezionati circa 10 articoli. La pubblicazione che ne risulterà sarà stampata in 1000 copie, distribuita in Università e ampiamente pubblicizzata.
Gli autori, per il fatto stesso di partecipare al concorso, cedono il diritto di pubblicazione all'interno dell’opera a stampa sopracitata senza aver nulla a pretendere come diritto d'autore. I diritti rimangono comunque di proprietà dei singoli Autori.
Il trattamento dei dati, di cui garantiamo la massima riservatezza, è effettuato esclusivamente ai fini inerenti il concorso. I dati dei partecipanti non verranno comunicati o diffusi a terzi a qualsiasi titolo e potranno richiederne gratuitamente la cancellazione o la modifica scrivendo a su.letterefilosofia@gmail.com.
domenica 17 febbraio 2008
CCD di Scienze umane per l'ambiente, il territorio e il paesaggio del 12 febbraio 2008
Nuovo regolamento didattico triennale. Il nuovo regolamento per il corso triennale, che entrerà in vigore dall’anno 2008/2009, non presenta grosse differenze rispetto al precedente. Le discipline che producono meno di 50 esami annui verranno spostate al solo biennio, il cui nuovo regolamento sarà attivo solo dall’anno 2009/2010, e presenterà particolare attenzione alle discipline di geologia, sociologia, statistica ed economia. Il triennio vede una riduzione da tre a due curricula, e un dimezzamento dei crediti per laboratori. Per il resto, l’impostazione sostanziale non subisce variazioni significative.
CCD di Scienze umanistiche per la comunicazione del 5 febbraio 2008
Se per il biennio il regolamento è passato all'unanimità, per il triennio il sottoscritto ha deciso di astenersi dalla votazione. Il motivo è presto detto: il nuovo regolamento prevede il corso di Lingua inglese da sei crediti obbligatorio per tutti più una seconda lingua da verificare.
Penso che obbligare lo studente a seguire un corso di lingua piuttosto che un altro sia una limitazione soprattutto per coloro che, conoscendo già bene l’inglese, vogliono imparare una nuova lingua. So benissimo quanto l’inglese sia importante, ma questo regolamento non solo toglie allo studente la libertà di scegliere in tutta autonomia quale lingua imparare, ma di fatto annulla anche le certificazioni ESOL che fino ad oggi potevano essere portate per dimostrare di conoscere già la lingua in questione.
Sarebbe stato molto più interessante rendere obbligatorio un corso di inglese avanzato, mentre partire dalle basi elementari per qualcuno potrebbe risultare solo una perdita di tempo.
a cura di Mirko Cetrangolo
martedì 5 febbraio 2008
CCD di Scienze storiche del 31 gennaio 2008
Il c.c.d. ha approvato il nuovo regolamento delle lauree in Storia sostanzialmente così come uscito dalla commissione Gualandri senza apportare rilevanti modifiche. Le modifiche riguardano le propedeuticità per due materie del corso di laurea “didattica della storia” e “storia delle donne e delle identità di genere”. Per entrambe le materie si è deciso (con il voto favorevole di tutte le rappresentanze studentesche e della quasi totalità dei professori) di ridurre da due ad uno gli esami propedeutici da sostenere per partecipare ai corsi. Lo studente potrà così partecipare a questi corsi avendo già sostenuto l’esame di storia contemporanea o l’esame di storia moderna o l’esame di storia medievale. Riguardo l’esame di “storia delle donne e delle identità di genere” alcuni membri della componente docente hanno sottolineato come in questa scelta vi fosse una sottovalutazione del ruolo della donna nel mondo antico (mancando le due materie di storia antica tra quelle propedeutiche) per cui il c.c.d. ha previsto una riflessione su questo tema in futuro.
Si sono infine ricordate alcune delle principali novità del nuovo regolamento, tra le quali: l’introduzione della nuova laurea specialistica a indirizzo archivistico; l’abolizione del laboratorio di scrittura italiana; la presenza all’interno dei curricula triennali di un esame libero da ben 12 crediti, per venire incontro alle esigenze di chi prevede di iscriversi alla SILSIS; l’attribuzione di 9 crediti per attività non consistenti in lezioni frontali (di cui 3 devono essere necessariamente destinati all’accertamento linguistico mentre i rimanenti 6 si suddividono in 2 laboratori da 3 crediti ciascuno).
Ahimè i laboratori! Problema questo rimasto serio per gli studenti non-frequentanti (ovviamente non solo di Storia) in quanto si è osservato che le linee ministeriali tutt’oggi prevedono l’obbligatorietà della frequenza per l’ottenimento dei crediti e che la facoltà non ha i fondi necessari per istituire laboratori on-line. Stando così i fatti non si intravedono soluzioni.
A cura di Alessandro Cicchello
CCD di Scienze dei beni culturali del 31 gennaio 2008
Il Regolamento delle laurea triennale ha dato vita ad un acceso dibattito riguardo lo “zoccolo” di esami che è stato posto come comune, obbligatorio e propedeutico. Tale “blocco disciplinare” prevede Letteratura italiana, Legislazione dei beni culturali, Storia contemporanea, Storia dell’arte moderna e Storia del teatro e dello spettacolo, oltre a una disciplina geografica e una antichistica. Particolarmente dibattuto è stato il vincolo – imposto agli studenti – di sostenere propedeuticamente insegnamenti come Storia contemporanea, Storia dell’arte moderna e Storia del teatro e dello spettacolo; discipline che, per quanto utilissime, non rappresentano propedeuticità rispetto alle altre materie di base dei curricula stessi.
Senza mettere in discussione la buona fede dei docenti e le difficoltà di lavoro della commissione che s’è occupata della redazione dei regolamenti, ho espresso un voto contrario rispetto al nuovo regolamento triennale di Scienze dei beni culturali. Tale posizione è dettata dal fatto che il vincolo – presente sia nel curriculum A (storico-artistico, archeologico e archivistico) che nel curriculum B (teatro, cinema e musica) – di sostenere il suddetto “blocco disciplinare” obbligatoriamente e interamente prima di tutti gli altri esami comporti un limite troppo gravoso ai fini del corretto svolgimento del percorso formativo, contingentando di fatto l’intero primo anno di corso. Se per propedeuticità s’intende la successione temporale e logica nella preparazione degli esami, la formula prevista per il regolamento non ha gli elementi per definirsi tale. Mi riferisco, in particolare, all’obbligatorietà propedeutica degli insegnamenti di Storia contemporanea, Storia dell’arte moderna e Storia del teatro e dello spettacolo; discipline che, per quanto utilissime, non rappresenterebbero vere propedeuticità rispetto alle altre materie di base dei curricula stessi, tra cui Storia medievale e moderna, Storia dell’arte medievale e altre, cronologicamente e logicamente non richiedenti particolari propedeuticità. Ciò risulta particolarmente evidente per il curriculum A, dove per sostenere esami di Storia dell’arte medievale o Archeologia e storia dell’arte greca, per esempio, sarà considerato “propedeutico” – e quindi obbligatorio – sostenere l’esame di Storia contemporanea.
Le motivazioni del Presidente sono state:
-la possibilità dello studente di compiere una scelta tra i curricula, a suo dire, più cosciente.
-la possibilità di gestire con maggiore efficienza i piani di studio.
Altra perplessità avanzata è stata l’assenza, nel gruppo degli esami obbligatori, di discipline dell’ambito disciplinare di Archeologia, Archivistica e Musica.
Tali soluzioni non possono trovare l’approvazione mia e degli studenti che rappresento in quanto andrebbero a ledere il diritto di seguire con serietà e autonomia la strada del giusto apprendimento. Nonostante sia importante tutelare gli studenti che commettono un errore nella scelta del loro percorso di studi (facilitando, cioè, la loro possibilità di cambiare curriculum in corsa), ciò non deve prevalere sul dovere da parte dell’università di garantire un corso di laurea omogeneo e serio a coloro che lo scelgono con criterio e consapevolezza.
Comprendo la necessità di semplificazione e di riduzione delle peculiarità proprie dei singoli curricula, ma un’operazione di questo tipo porterebbe a perdere quell’omogeneità e quella coerenza logica e cronologica dalla quale un corso di laurea della facoltà di Lettere e Filosofia non può prescindere.
A cura di Davide Rota
sabato 2 febbraio 2008
Obiettivo Studenti… demolisce i regolamenti… in C.C.D. vota a favore… e poi torna a demolirli!
I rappresentanti di Sinistra Universitaria, per voce di Giuseppe Alonzo, che ha seguito nei mesi scorsi la revisione dei regolamenti di Lettere, intervengono mettendo in rilievo luci e ombre, proposte accolte e respinte.
Si avvia così il dibattito, ma… immancabilmente chiedono la parola i rappresentanti di Comunione e Liberazione… alias Obiettivo Studenti, minoranza in C.C.D. dopo la sconfitta alle elezioni del maggio scorso. Visibilmente impreparati e raffazzonati sull’argomento, accusano il C.C.D. di essersi riunito troppo poco. Peccato che la sede del dibattito sulla riforma dei regolamenti fosse un altro, cioè una commissione del Consiglio di Facoltà, in cui pure CL è rappresentata.
Guarda caso, i motivi di dissenso espressi da Obiettivo Studenti sono identici a quelli appena elencati dai rappresentanti di SU nel loro discorso. Tali e quali, sembrava un rewind. Per un attimo ci siamo sentiti venerati e ripetuti come le encicliche o le lettere di Ratzinger… Non pochi docenti, compreso il presidente del C.C.D., ribattono alle inesattezze pronunciate da CL, tentando di spiegar loro che Linguistica generale non è un corso specialistico o che saranno sempre presenti insegnamenti specifici per i bienni. Più che un C.C.D., sembrava un centro per ripetizioni gratuite.
Niente. Il dissenso è convinto: sano e tenace clericalismo! Tutto sembra scritto: lamentele sul C.C.D., attacco al presidente, demolizione completa del lavoro di mesi. Il voto di Obiettivo Studenti sarà certamente contrario. E invece, sorpresa! Questo popolo delle letterarie libertà, questi impavidi alfieri della comunità studentesca, dopo aver detto peste e corna dei nuovi regolamenti, votano a favore!!!
E in questi giorni, dopo averci convinti via mail che per merito loro le biblioteche di mezzo mondo prolungano gli orari (pare che abbiano ottenuto un’integrazione di personale alla British Libary), ecco l’ultimo colpo di genio: appendono manifesti che proseguono nella demolizione dei regolamenti. Cioè, non un attento e competente panorama di luci e ombre, ma uno sventramento totale! Viva la coerenza, viva l’uso responsabile del voto in Consiglio!
Ma il C.C.D. e i rappresentanti di SU sono pazienti. Vanno avanti e sopportano questa minoranza chiassosa e populistica. Ma sì, sopportiamola con cristianissmia rassegnazione questa Lista Aperta Obiettivo Studenti. Lista aperta e libera, è chiaro, di dire “A” per votare “B”. E, il giorno dopo, di propagandare “C”!
CCD di Lettere del 30 gennaio 2008
IL NUOVO TRIENNIO DI LETTERE
LUCI
- solo 17 esami più i crediti liberi
- due soli curricula, antico e moderno: base più solida senza eccessivi vincoli
- più autonomia dal biennio, per un titolo di studio più dignitoso e indipendente
- requisiti per la SILSIS importanti ma non vincolanti: né un corso “liceale” né una anticamera per l’insegnamento
- esami di base da 12 CFU: ampia base e prospettive di approfondimento
- laboratorio di scrittura non più obbligatorio e laboratori senza obblighi di frequenza
OMBRE
- esclusione di Filologia italiana, Filologia umanistica e Letterature comparate, che diventano solo biennali
- un solo esame di Letteratura italiana per classicisti e poche letterature straniere
- nessuna disciplina critico-teorica per classicisti
I NUOVI BIENNI DI LETTERE MODERNE E SCIENZE DELL’ANTICHITÀ
LUCI
- solo 10 esami più i crediti liberi
- quattro curricula per moderne e due per antiche
- solida preparazione di base sulle discipline specialistiche caratterizzanti il corso
- ampi campi di scelta coerenti e liberi, senza troppi vincoli per la SILSIS o percorsi obbligati
- autonomia dal triennio: 120 crediti indipendenti dai precedenti 180 e finalmente più specialistici
- grecistica e più comparatistica per modernisti
- più bibliografia e biblioteconomia
- molta attenzione alle lingue straniere per modernisti
OMBRE
- nessun insegnamento di letteratura o storia per classicisti che vada oltre il medioevo (niente Letteratura o Linguistica italiana, né Storia moderna o contemporanea)
- nessuna letteratura straniera per classicisti
Perché i rappresentanti di Sinistra Universitaria hanno votato a favore dei regolamenti:
- perché la riduzione degli esami è un aspetto positivo generalizzato
- perché le “luci” sono prevalenti sugli aspetti meno convincenti
- perché c’è una buona sintesi tra autonomia e complementarietà di triennio e biennio
- perché non ci sono eccessivi vincoli né da post-liceo né da pre-SILSIS
- perché alcune nostre proposte, in questi mesi sono state accolte: grecistica per modernisti, Letterature comparate più visibile e obbligatoria per molti biennalisti, aggiunte e correzioni sulle letterature straniere e su altre materie affini e integrative
- perché siamo fiduciosi che i nuovi corsi di base da 12 crediti siano un’opportunità di più solido approfondimento
I lavori non sono finiti. Un giudizio più ponderato arriverà quando sapremo come verrà concretamente organizzata la didattica degli insegnamenti inseriti nei nuovi regolamenti. Per il momento, pur con alcuni spunti critici, abbiamo espresso soddisfazione e collaborazione.
(a cura di Giuseppe Alonzo)