martedì 18 novembre 2008
Le priorità per Lettere
Rendere attivo il C.C.D. in un momento di dissesto dell’Università. La necessità di impostare una prospettiva di risparmio delle risorse alla luce dei violenti tagli in corso dovrebbe, a nostro avviso, essere investita di un dialogo con le componenti del C.C.D., e dunque, vista la straordinarietà del momento, non dovrebbe rimanere di esclusivo interesse del consiglio di dipartimento.
Porre la biblioteca al centro della nostra attività didattica. Le istanze provenienti dalla direzione della biblioteca SA.FM ci sembrano sacrosante: la centralità del sistema bibliotecario in un Corso di Laurea umanistico è indubbia, e va affrontata pensando a una estensione degli accessi e dei servizi, nonché a una più ampia offerta della consultazione libera dei risultati della ricerca, anche mediante sistemi informatici come l’open access.
Potenziare i nuovi regolamenti con attività didattiche parallele. L’istituzione di insegnamenti da 12 crediti, che abbiamo sostenuto, non ha portato a una sostanziale variazione dell’impostazione didattica dei corsi. Siamo convinti che strumenti paralleli di didattica, quali nuovi seminari, esposizioni tenute da studenti, composizione di elaborati, collaborazioni gratuite alla ricerca, spunti di dialogo e lettura in lingua straniera, laboratori più partecipativi, debbano costituire le basi per rendere effettiva, e non solo numerica, la svolta impressa con la riforma regolamentale.
Ripensarci valutandoci. La riforma dei regolamenti didattici ha portato modifiche che, com’è stato detto, dovranno essere passibili di una valutazione sui risultati, in vista di possibili futuri emendamenti. Noi spingiamo affinché si valutino, almeno quantitativamente, ma anche qualitativamente mediante i questionari già vigenti o altri sistemi: lo spostamento di alcune discipline al solo biennio e lo spazio maggiore conferito ad altre nel triennio; i metodi di valutazione delle competenze pregresse; la rara presenza di discipline moderniste nei corsi classicisti; la possibilità di effettuare discostamenti, nei limiti dei regolamenti, sul piano degli studi.
Nella crisi, non chiudersi, ma promuovere insieme l’esistenza della ricerca umanistica. La sospensione delle SILSIS e la riduzione dei posti di dottorato di ricerca ha reso ancor più desolante il panorama degli sbocchi del nostro Corso di Laurea. L’apertura alla società civile è la miglior risposta a questo tentativo di mettere sempre più nell’angolo la cultura umanistica e letteraria: siamo convinti che il coordinamento didattico debba pensare, travalicando le varietà interne tra classicisti e modernisti, tra docenti e discenti, a interventi, seminari, conferenze e lezioni pubbliche da tenersi e pubblicizzarsi anche al di fuori degli spazi dell’Università, e soprattutto con la cooperazione di tutte le componenti.
I rappresentanti di Sinistra Universitaria nel C.C.D. di Lettere
mercoledì 12 novembre 2008
La risposta del Presidente Napolitano
Il file pdf è scaricabile qui: http://files.splinder.com/3352eae1849f8519d341f561c6da6d1c.pdf.
martedì 4 novembre 2008
La mozione del Consiglio di Facoltà sulla legge 133
Il C.d.F., in sintonia con le mozioni del Senato e della Crui, nuovamente sottolinea le forti preoccupazioni derivanti dai provvedimenti contenuti nella legge 133, che, con i suoi tagli indifferenziati e ingiustificati, aggrava i problemi dell’Università pubblica italiana, penalizzandone tutte le componenti, e in particolare quelle già strutturalmente più deboli (studenti, dottorandi, assegnisti), senza neppure facilitare quella necessaria revisione critica di meccanismi concorsuali e procedurali che l’Università stessa sente come suo essenziale bisogno. Si augura di conseguenza che i provvedimenti relativi all’Università contenuti nella legge 133 vengano prontamente rivisti, rendendo possibile sia la vita degli Atenei nel prossimo anno accademico sia una profonda revisione dei criteri generali che regolano le forme di governo e di selezione all’interno delle Università. Si impegna a mantenere viva e costante, in tutte le sue componenti, l’attenzione e il dibattito su questi temi, sui quali si gioca il destino dell’università italiana.
lunedì 3 novembre 2008
C.d.F. del 28/10: approvate le commissioni d'esame e confermati due bienni
Inoltre, con differimento rispetto a quanto approvato nei mesi scorsi, sono stati confermati i nuovi ordinamenti dei corsi di laurea magistrale in Scienze e culture dell'ambiente e del paesaggio e in Musicologia.
Il documento che riporta le commissioni d'esame e il testo degli ordinamenti approvati sono consultabili nel sito della Facoltà di Lettere e Filosofia, sezione "documenti approvati": http://www.letterefilosofia.unimi.it/2168_ITA_HTML.html.
sabato 1 novembre 2008
Lettera al Presidente Napolitano
Caro Presidente,
siamo studenti delle Università di Milano. Siamo studenti che credono nello studio, nel lavoro, nell’impegno. Siamo studenti che hanno a cuore la scuola pubblica per la sua capacità di formazione di qualità per tutto il Paese.
È da luglio oramai che stiamo lavorando all’interno ed all’esterno delle Università per approfondire i contenuti e le conseguenze della legge 133, al tempo decreto 112. Abbiamo studiato gli articoli di questo provvedimento e siamo estremamente preoccupati delle ricadute che i tagli ivi previsti causeranno all’Università pubblica. All’interno di questo percorso, sono sopraggiunti provvedimenti ancora più gravi riguardo il sistema scolastico pubblico in generale.
Abbiamo in più occasioni chiesto al Governo ed al Ministro responsabile di tornare sui propri passi e rivolgersi a quelle persone che, quotidianamente, vivono queste realtà: studenti, professori, ricercatori, lavoratori, maestre, famiglie e l’elenco è ancora lungo. Questa richiesta è stata ripetutamente rispedita al mittente, fino all’approvazione di entrambi i provvedimenti con voto di fiducia, strumento intrinsecamente destinato ad eludere ogni forma di dialogo istituzionale.
Per queste ragioni siamo scesi in piazza in più occasioni, esercitando il nostro diritto a manifestare pacificamente garantito dagli articoli 16 e 17 della Costituzione. Abbiamo intenzione di continuare su questa strada, ed oggi vogliamo rivolgerLe un sincero appello.
In qualità di garante della Costituzione, tanto dei diritti in essa riconosciuti, quanto del rispetto dell’ordinamento dei poteri, Le chiediamo di fare tutto ciò che è nelle Sue mani perché da un lato il Governo eserciti le proprie prerogative nel rispetto degli altri organi costituzionali e dall’altro siano garantiti i diritti fondamentali di noi cittadini, tra i quali risalta appunto il diritto alla protesta.
Certi della Sua sensibilità alla Costituzione italiana ed alla nostra inquietudine,
Le chiediamo di intervenire affinché la strumentalizzazione delle proteste, da parte di entrambi gli schieramenti, non offuschi il merito delle problematiche che stiamo sollevando: queste proteste sono originate dalle conoscenze e dalla consapevolezza che la società civile ha acquisito negli ultimi mesi e non accettiamo di essere considerati “quattro facinorosi”.
La invitiamo inoltre ad approfondire con attenzione i profili di costituzionalità dell’appena convertito decreto 137, a difesa di un sistema di formazione pubblico, pilastro fondamentale della democrazia italiana, la nostra democrazia.
Nel frattempo, noi continueremo ad esercitare pacificamente i nostri diritti.
Le rivolgiamo cordiali saluti,
Studenti delle Università di Milano
Università degli Studi di Milano
mercoledì 29 ottobre 2008
Intervento nel Consiglio di Facoltà del 28/10
Come rappresentanti degli studenti di Sinistra Universitaria, condividiamo le preoccupazioni espresse dal nostro Senato Accademico e dalla CRUI. Mentre gli altri paesi d'Europa aumentano o lasciano invariata la spesa in istruzione e ricerca, il nostro Governo decide di tagliare bruscamente le risorse più importanti per ogni paese occidentale.
Ci preme di sottolineare come le proteste attualmente in corso, a differenza di quelle alle quali i decenni passati ci hanno abituato a pensare, siano trasversali agli schieramenti politici degli studenti. In questi giorni, molti dei nostri colleghi, esterni a movimenti e partiti politici e dall'orientamento politico più diverso, si rivolgono a noi per informarsi sulle forme nelle quali potrebbero dare il loro contributo alle iniziative di dissenso contro i tagli previsti dal Decreto 133.
Nel nostro Ateneo finora le proteste sono state perlopiù costruttive e pacifiche, anche se, purtroppo, è impossibile liberarsi dei soliti gruppi settari e anti-democratici che si rendono protagonisti di atti vandalici o violenti rischiando di far dimenticare le buone ragioni della maggioranza degli studenti coinvolti nelle iniziative.
In quanto rappresentanti eletti per mantenere aperto il dialogo e la collaborazione tra docenti, ricercatori, dottorandi e studenti, ci sembra doveroso, in un momento in cui l'Università versa in condizioni di emergenza, lavorare all'unità di tutte le componenti accademiche. Per questo proponiamo ai docenti diverse attività in cui declinare questa collaborazione. Invitiamo chi lo ritenesse utile a:
1-Informare dettagliatamente i propri studenti sui tagli che l'Università pubblica sta per subire.
2-Tenere lezioni all'esterno dell'Università, in particolare nelle piazze di Milano.
3-Partecipare alla conferenza interuniversitaria del 4 novembre, in cui alcuni docenti degli Atenei milanesi discuteranno il profilo che una reale riforma dell'Università dovrebbe avere.
4-Partecipare a riunioni aperte a docenti, ricercatori dottorandi e studenti in cui ci si confronti sulle iniziative più adatte a scongiurare i rischi che incombono sulla nostra Università.
Crediamo che mai come in questo momento l'Università debba recuperare un senso di coesione ed unità. Siamo consapevoli dei rischi gravissimi ai quali una divisione tra le diverse componenti accademiche potrebbe portare. Per questo, continueremo ad adoperarci per valorizzare al meglio il canale della rappresentanza e per dare al nostro Ateneo una voce forte e comune che possa essere d'aiuto al futuro dell'Università.
Danneggiata la nostra bacheca di via Noto
Con tale azione, esattamente nel giorno in cui il nostro Consiglio di Facoltà approvava con partecipazione l'intervento dei rappresentanti di Sinistra Universitaria (a breve verranno pubblicati i resoconti), alcuni gruppi gravitanti attorno al movimento di collettivi di protesta "Università in lotta" hanno dato prova del loro senso civico proprio contro la rappresentanza democraticamente eletta, il cui ruolo è essenziale in una fase così delicata da richiedere l'unità, e non la spaccatura del nostro sistema universitario, tanto invocata da certi slogan ad effetto pitturati sugli striscioni esposti.
venerdì 17 ottobre 2008
Agli antipodi della nostra formazione umanistica
a cura dei rappresentanti di Sinistra Universitaria nel C.d.F. di Lettere e Filosofia
Quasi con contrizione, sappiamo che la società civile non ci riconosce più come credibili attori della ricerca e del dibattito, preferendo l’obiettività granitica di una pervasiva classe giuristica, medica e ingegneristica. Soffriamo di un’inguaribile senilità, anagrafica e intellettuale. La carenza di prospettive lavorative, per noi studenti umanisti, è ormai proverbiale quanto le barzellette sui carabinieri. I pochi finanziamenti concessi alla nostra ricerca, così formativa ma altrettanto intangibile e nobile, sono una realtà con cui facciamo di anno in anno i conti. Dunque, per noi, la batosta che arriverà dalla sciagurata legge «Gelmini» suona, più che come un drastico taglio, come una beffarda e crudele missione punitiva contro un’ambulanza sgangherata in una periferia già desolata.
Già l’abolizione delle SILSIS aveva sbarrato uno sbocco naturale per molti dei nostri studi. Sei mesi di governo, 133 anni di danni: la riduzione progressiva del Fondo per le Università, unita al blocco del turn over per le assunzioni, genera una miscela esplosiva in grado di gettare un sudario sulla didattica e sulla ricerca umanistica. La biblioteca di Filosofia è costretta a chiudere il mercoledì mattina; molti salti mortali dei direttori delle biblioteche, dalla SA.FM a Lingue, sono a rischio di vanificazione, in una Facoltà che vive e pulsa intorno al suo sistema bibliotecario; borse di studio e di dottorato (calate, rispetto all’anno scorso, da 27 a 22), affidamenti, laboratori, mete Erasmus e persino stipendi di ricercatori e docenti a serio pericolo di ridimensionamento per l’impossibilità di chiudere i bilanci.
Un patrimonio di studenti in crescita, una varietà e novità nei nostri indirizzi di studio, docenti, in non pochi settori, tra i migliori in Europa: tutto ciò rischia di essere esportato o buttato a mare. Un sano revisionismo sui libri di storia, una buona dose di razzismo distribuito e giustificato, un mercato editoriale e mediatico pressoché monopolistico, un veto ipocrita e clericale di fronte a qualsiasi espressione artistica provocatoria e innovativa, uno spirito di ricerca e approfondimento vivace solo se veicolato da Mediaset o se rivelato da Ratzinger: gli ingredienti della politica culturale di questo governo di destra sono agli antipodi di qualsiasi coscienza critica umanistica. Amica di Formigoni e della Moratti, special guest al meeting di Rimini, la Gelmini certo non può essere bersaglio critico dei rappresentanti di Comunione e Liberazione, alias Obiettivo Studenti, fermi da tempo in un taciturno antitremontismo: prima regoliamo i conti in Forza Italia, poi pensiamo a salvare l’Università. Beata ignoranza!
Complice un’informazione figlia del nostro declino, ampio risalto hanno assunto proteste forzate, quali solo elementi esterni alla nostra Facoltà sono in grado di proporre. Non abbiamo nel nostro corpo docente un avversario ideologico contro cui inscenare colorite occupazioni, ma piuttosto una variegata realtà con cui istituire un dialogo nel merito, a partire dalle lezioni, sedi privilegiate del confronto. D’altro canto, in forte ritardo e in maniera piuttosto moderata, il nostro Senato Accademico ha levato una protesta approvando una mozione contro la legge «Gelmini». Il Consiglio della nostra Facoltà si appresta a sottoscrivere questa mozione: coscienti dei suoi limiti, noi la sosterremo con senso di responsabilità, a condizione che ciò produca momenti di confronto e protesta comune tra docenti e discenti, sia pure necessitanti costruttive sospensioni dell’ordinaria attività didattica.
Pochi avrebbero immaginato, a quarant’anni dal 1968, che sarebbe stata necessaria una nuova mobilitazione per l’Università e per il Paese, irrimediabilmente in declino senza una solida prospettiva di ricerca. Oggi, questa lotta, ci tocca di nuovo e ci investe, quasi a invitarci a celebrare, a denti stretti, questo quarantennale: come studenti, per una Facoltà pubblica e laica, non privatistica e televisiva perché affamata e ridotta agli stenti; come umanisti, perché a chi vuole scipparci il rilievo che ci rimane nel dibattito civile e culturale, sapremo opporci con armi ben più raffinate di quei quattrini in meno con cui credono di metterci nell’angolo.
martedì 16 settembre 2008
Il Governo mortifica le Università
In qualità di rappresentanti degli studenti di Sinistra Universitaria, dopo aver analizzato e discusso il testo della legge n. 133 esprimiamo tutta la nostra preoccupazione per il futuro dell'Università. L'intento di questa lettera è quello di sensibilizzare e informare gli studenti in merito alla difficile situazione che stiamo attraversando.
Consideriamo tali provvedimenti inaccettabili innanzitutto per una questione di metodo, in quanto il decreto introduce una riforma dell'Università italiana di vasta portata e dagli esiti incerti eludendo un indispensabile confronto in Parlamento, nel Paese e con gli Atenei; nel merito, poiché esplicitano una politica che ritiene l'Università strategicamente non rilevante ai fini dello sviluppo della nazione.
La legge prevede tagli indiscriminati dei finanziamenti senza contemplare criteri di valutazione che permettano di differenziare gli Atenei virtuosi da quelli che gestiscono male le risorse. Queste misure invece di evitare gli sperperi, aggravano ulteriormente le difficoltà già presenti nella gestione economica delle Università italiane, ampiamente e storicamente sottofinanziate rispetto ai paesi europei.
La riduzione drastica delle assunzioni nei prossimi tre anni comporterà una notevole diminuzione del personale docente negli atenei, con pesanti ricadute su didattica e ricerca. Questo provvedimento rende ancora più incerto il futuro di chi tra gli attuali studenti e dottorandi ha deciso o deciderà di intraprendere la carriera universitaria nel nostro paese.
Ci preoccupa molto la possibilità prevista dal decreto di trasformare le Università in Fondazioni di diritto privato, non essendo ancora chiare le ripercussioni di questa scelta sia sul governo che sul sistema di finanziamento degli atenei.
Nel contesto di questo provvedimento giudichiamo grave la volontà dell'attuale Ministro Gelmini di abbandonare la strada della valutazione, affossando il progetto dell'ANVUR (l'Agenzia Nazionale per la Valutazione delle Università e della Ricerca) previsto nella Finanziaria 2006 e mai realizzato.
Mentre nel resto d'Europa la valutazione è uno degli strumenti che assicurano la qualità della didattica e permettono una maggiore efficienza nella gestione delle risorse, l'attuale Governo italiano ha deciso di fare un passo indietro.
Di fronte ad una classe politica che non intende investire nel sistema universitario condannandolo al declino, la spinta per un cambiamento deve partire da noi studenti.
Non è sufficiente opporsi ai tagli, ma occorre pretendere una ripartizione dei finanziamenti alle Università che tenga conto della qualità della didattica e della ricerca, della gestione economica, dei servizi agli studenti e delle politiche di internazionalizzazione.
Non mancheremo di tenervi costantemente aggiornati su quello che verrà deciso nelle sedi istituzionali e sulle possibili iniziative che organizzeremo nelle prossime settimane.
I rappresentanti di Sinistra Universitaria
giovedì 26 giugno 2008
SU-Lettere e filosofia: bilancio di un anno di rappresentanza
Ciao a tutti,
l'arrivo dell'estate ha coinciso con la scadenza del nostro primo anno da rappresentanti. Alcuni di noi intanto hanno terminato gli studi e altri lo stanno per fare, ma per fortuna sono subentrati nuovi rappresentanti determinati a lavorare con impegno.
Ci sembra utile e doveroso rendere conto della nostra esperienza da rappresentanti durante l'anno appena trascorso, in cui abbiamo avuto modo di conoscere più a fondo il funzionamento degli organi e gli orizzonti programmatici della nostra facoltà.
Esponiamo qui di seguito i principi e gli obiettivi che hanno ispirato il nostro operato, nel tentativo di mettere i luce tanto i risultati concreti che abbiamo raggiunto quanto gli obiettivi verso cui ci sembra giusto che Sinistra Universitaria lavori e continui a lavorare anche dopo la fine del nostro mandato.
Un'Università più stimolante e vivibile durante tutto l'arco del giorno.
come rappresentanti crediamo che la componente studentesca, di gran lunga la più numerosa, sia spesso sottovalutata dall'Ateneo. Sono troppi gli studenti che intendono l'Università come un luogo in cui sostare temporaneamente per seguire corsi o sostenere esami. Per ovviare a questa situazione bisogna aiutare gli studenti ad esprimere al meglio le loro doti incentivandoli ad organizzare eventi culturali e usufruire nel modo più responsabile possibile degli spazi di socializzazione.
-Grazie ad una campagna portata avanti da Giacomo Bottos, rappresentante di filosofia, il Rettore ha finalmente acconsentito alla riapertura del chiostro di filosofia.
-Avendo sempre caldeggiato l'estensione degli orari della biblioteca SAFM, abbiamo salutato con soddisfazione la decisione della Direttrice di attingere al fondo a disposizione dei dipartimenti per impiegare in via straordinaria (fino ad ottobre) una nuova persona che permetterà l'apertura fino alle ore 18.45.
-Abbiamo chiesto, per ora senza successo, che nel locale di fronte alla biblioteca SAFM vengano allestite delle salette da 3-4 posti in cui gruppetti di studenti possano ripetere insieme a voce alta. La gestione di questi nuovi spazi potrebbe essere tranquillamente affidata al personale bibliotecario a cui spetterebbe la gestione delle prenotazioni (per 1 ora) dei nuovi spazi.
-Sosteniamo anche una campagna di diffusione e di esortazione del sistema di consultazione in open access degli articoli e dei saggi che i nostri professori e studiosi possono pubblicare in rete, in libera e gratuita consultazione.
Più partecipazione e creatività.
Posta l’introduzione, nei nuovi regolamenti didattici, di non pochi insegnamenti da 12 crediti, abbiamo spinto perché i crediti aggiuntivi vengono fatti acquisire agli studenti il più possibile mediante attività didattiche integrative: esposizioni in aula, seminari, stesura di articoli e simili lavori partecipati, evitando cioè la semplice assegnazione di qualche saggio in più da portare all’esame.
-Inoltre, dopo i lavori relativi al concorso Che cosa stiamo ricercando?, abbiamo finalmente pronto per la stampa il primo numero di un periodico composto di saggi, articoli e ricerche composti da studenti della nostra Facoltà. La distribuzione gratuita in Facoltà è prevista per l’inizio dei corsi del prossimo anno, tenendo conto dei tempi di pubblicazione. Il periodico ha un taglio interdisciplinare, abbracciando contributi provenienti da studenti di tutti i nostri corsi di laurea, e mira allo scopo di evidenziare la maturità e il rigore metodologico e scientifico che riusciamo a manifestare nei nostri lavori di tesi o di approfondimento, troppo spesso abbandonati o dimenticati durante o dopo l’esperienza universitaria.
Più libertà, omogeneità e opportunità nei nostri studi
-Abbiamo lottato in tutti i Consigli di Corso perché l’organizzazione dei nuovi regolamenti didattici non intaccasse eccessivamente l’organicità dei curricula e la libera facoltà di scelta da parte degli studenti. In molti casi, come a Lettere, Lingue, Filosofia e Storia, abbiamo sostenuto l’approvazione dei nuovi regolamenti perché siamo riusciti, sia pure parzialmente, a modificarne le prime bozze con nostre proposte, volte ad ampliare l’offerta formativa evitando disomogeneità o materie escluse dalle possibili scelte senza concrete ragioni.
-Nei casi, come a Scienze dei beni culturali, in cui le nostre proposte non sono state accettate e si è preferito proseguire su un’idea fortemente limitante la libertà degli studenti di organizzare anno per anno i propri studi, abbiamo manifestato le nostre forti perplessità esprimendo un voto contrario, certi però che si possa tornare, in futuro, su certe decisioni.
-Abbiamo inoltre esortato con insistenza perché, in seno al Corso di Lingue e letterature straniere, venisse affrontato l’annoso problema della frequenza delle prove scritte; dopo numerose sollecitazioni in tal senso, abbiamo finalmente ottenuto, con il consenso dei docenti, almeno un progetto di attivazione di due parziali scritti alla fine di ogni semestre, da svolgersi in orario di lezione e riservati ai frequentanti, la cui media andrà a comporre il voto dello scritto. Tali prove, che sostituiranno i parziali orali, saranno attivate a giudizio dei docenti di ciascuna lingua (ma confidiamo che molti andranno nella giusta direzione) e consentiranno un numero più alto di scritti effettivi annui.
Immatricolarsi e laurearsi con serietà.
Abbiamo avviato con decisione la nostra partecipazione al dibattito sulla prossima revisione del sistema di laurea triennale, chiarendo che nostro punto fermo è il ritorno all’istituto del correlatore, per garantire dignità e soprattutto effettiva lettura dei lavori, senza però andare a detrimento esagerato del numero dei componenti delle commissioni di laurea. Abbiamo poi manifestato una posizione moderata sulla questione, imposta dal Ministero, della valutazione delle competenze d’accesso degli studenti che si iscrivono al primo anno: trovando l’accordo pieno di molti professori, siamo convinti che, vista la sostanziale impossibilità di una reale e costruttiva verifica di tali conoscenze basilari in una facoltà ad accesso libero, sia utile appurare queste competenze all’interno delle attività didattiche già previste, senza ulteriori carichi per il corpo studente e docente.
Un'Università più europea.
Siamo convinti che una Facoltà che si vuole innovativa e stimolante non possa prescindere dall'inserire le proprie attività di didattica e di ricerca in un'ottica europea. Crediamo che permettere che uno studente si laurei senza padroneggiare almeno una lingua straniera possa essere gravemente penalizzante per il suo futuro lavorativo. Ci stiamo adoperando per rendere l'Erasmus un'esperienza accessibile a tutti, convinti della sua enorme importanza per la carriera accademica di uno studente.
Abbiamo chiesto, senza successo, l'introduzione di moduli, all'interno di corsi delle lauree specialistiche in lingua inglese. L'attuale requisito del PET (livello B1 del Consiglio d'Europa) ci sembra irrisorio di fronte alla crescente necessità dell'inglese sia in ambito di ricerca che in ambito lavorativo.
-Stiamo preparando una guida (dovrebbe essere pronta e distribuita entro settembre) con gli esami che sono stati convalidati agli studenti di lettere e filosofia che hanno fatto l'Erasmus. Grazie a questo lavoro, gli aspiranti Erasmus potranno scegliere la propria destinazione con maggior cognizione di causa rispetto agli esami da sostenere negli Atenei di destinazione.
Un'Università più ecologica.
Alcuni di noi hanno dato origine al progetto “Statale Sostenibile” (statalesostenibile.blogspot.com). Sull'esempio di numerosi atenei europei, crediamo che l'Università possa avere un ruolo importante nel fornire informazioni accurate e obiettive sui temi del risparmio energetico e del futuro dell'ambiente. Cercheremo in futuro di andare a fondo sul tema degli ingiustificati sprechi di carta, elettricità e riscaldamento in Università, il cui costo grava pesantemente sulle tasse che paghiamo.
-Abbiamo organizzato un ciclo di 3 incontri invitando i Prof. Maugeri, Alimonti, Treu, Torricelli e Croci a parlare rispettivamente di cambiamenti climatici, futuro dell'energia dopo l'esaurimento del petrolio e mobilità sostenibile a Milano. Vista la massiccia partecipazione degli studenti, il prossimo anno proseguiremo con altri incontri.
Un’idea nuova di rappresentanza.
Abbiamo consegnato agli organi in cui siamo stati eletti un’idea nuova della rappresentanza e un’immagine rinnovata della nostra componente studentesca. Siamo riusciti a moderare le uscite troppo spesso folcloristiche e pubblicitarie di una vecchia rappresentanza, ancor oggi vicina a Comunione e Liberazione, attraverso una presenza seria, competente e preparata nei Consigli di Corso e di Facoltà. Abbiamo stimolato una cultura leale della rappresentanza, senza prenderci meriti altrui e assumendoci la responsabilità delle nostre scelte, evitando di tappezzare la Facoltà di manifesti e comunicati contrari a quanto espresso civilmente nelle sedi istituzionali. Abbiamo onestamente denunciato ed apprezzato i limiti e le virtù della nostra Facoltà, e per questo siamo riusciti in un primo intento: creare intorno a noi un clima di stima e fiducia della componente docente, al fine di poter dialogare serenamente maturando i massimi risultati pur costituendo una minoranza negli organi di elezione. Segnando una chiara svolta rispetto ad anni di rappresentanza che hanno fornito alla società civile e al corpo docente un’immagine conservatrice e amorfa degli studenti umanisti, contiamo di intensificare quella che per noi è stata già una grande conquista: comunicare a tutti gli studenti, il più frequentemente possibile, i risultati e le tappe della nostra attività, auspicando anche che un’idea laica, democratica, ma soprattutto tecnica e umanistica, possa trovare nuove leve disposte a proseguire un così ambizioso progetto.
domenica 30 marzo 2008
CCD di Lingue e letterature straniere del 13 marzo 2008
Ci si è poi occupati di alcune questioni relative al calendario esami, problemi che i rappresentanti di Sinistra Universitaria avevano portato alla luce già dallo scorso c.c.d.. Il presidente uscente, prof. Marina Cometta, è favorevole alla possibilità di aggiungere, oltre ai due appelli orali di gennaio-febbraio, un preappello orale per i laureandi entro il 31 gennaio. Queste e altre proposte riguardanti il calendario esami verranno vagliate successivamente dalla Commissione Gualandri.
Dovrebbero venire introdotte modifiche al regolamento per descrivere i criteri di valutazione ai requisiti di accesso per la laurea triennale. Si discuterà di questi criteri e dei requisiti stessi, che sono comunque basici e non dovrebbero sbarrare l’accesso a nessuno, nel prossimo c.c.d..
Viene comunicato che per via dei cambiamenti nel piano didattico (gli insegnamenti di Geografia e Storia passeranno da 9 CFU a 6 CFU) rimarranno un solo docente per questi insegnamenti: il professor Botta per Geografia ed il professor Benzoni per Storia Moderna.
Finalmente si affronta il problema degli scritti delle lingue. Già dall’inizio ci era stata categoricamente negata la possibilità di ottenere uno scritto in più, vista l’impossibilità materiale di tempo dei docenti; durante questo c.c.d. si progetta l’inserimento, a partire dal prossimo anno accademico, di due parziali alla fine di ogni semestre, da svolgersi in orario di lezione e riservati ai frequentanti (cioè a quegli studenti che hanno frequentato almeno il 75% delle esercitazioni). La media dei due parziali poi costituirà il voto dello scritto. In caso uno dei due parziali o entrambi fossero insufficienti, lo studente –così come i quadriennalisti, i non frequentanti o chi non fosse soddisfatto dai voti dei due parziali anche se sufficienti- dovrà dare lo scritto negli appelli normalmente previsti (maggio – settembre – gennaio).
I parziali avranno validità di un anno e saranno aperti da subito a tutte le annualità, quindi la prima possibilità di affrontarlo sarà alla fine del primo semestre 2008/09.
Ovviamente l’attivazione o meno di questi parziali dipende dalla singola lingua, anche se noi ci auguriamo sia seguito lo stesso procedimento per tutte le lingue; in ogni caso si invitano gli studenti a seguire le indicazioni che troveranno sulla guida dello studente dell’anno prossimo.
Attenzione: per via dell’introduzione degli esami scritti parziali, non sarà però più possibile dare i parziali degli esami orali. I rappresentanti degli studenti esprimono opinione favorevole. Essendo lo scritto il problema più scottante per il nostro corso di laurea, ed essendo gli appelli orali veramente numerosi rispetto agli scritti, riteniamo migliore la presenza di parziali scritti piuttosto che orali, uguali per tutte le lingue.
Poi si discute dell’importanza dei preappelli e delle prove in itinere, il presidente Marina Cometta è d’accordo con i rappresentanti nel dare più possibilità agli studenti e nel non togliere queste prove se possibile.
Infine si discute sui requisiti per l’ammissione alla laurea magistrale con cambio di lingua: bisognerà avere l’annualità 1 e 2 della lingua e l’annualità 1 e 2 della letteratura della nuova lingua.
(a cura di Giulia Lagomarzini)
lunedì 17 marzo 2008
CCD di Lettere del 10 marzo 2008
È stato poi approvato all’unanimità il piano per l’offerta didattica per il prossimo anno accademico. Non vi sono grandi differenze rispetto al precedente, in quanto il passaggio al nuovo regolamento didattico sarà, per l’anno accademico venturo, in fase ancora transitoria. Alcune discipline saranno specifiche per il biennio e non sostenibili al triennio, ma risultano in buona sostanza quelle già previste come tali, senza ancora significative variazioni rispetto all’attuale regolamento. Alcune materie biennali cambieranno denominazione, per meglio distinguersi dalla corrispondente triennale (Filologia greco-latina, Filologia mediolatina, Lingue e letterature neolatine comparate, Linguistica storica…), mentre poche sono le nuove mutuazioni (Letteratura provenzale come possibile biennale di Filologia romanza). Sarà attivo un corso biennale di Critica e teoria della letteratura, tenuto dal prof. Esposito, un corso triennale di Grammatica greca (già Lingua greca) tenuto dal prof. Martinelli Tempesta, mentre il corso triennale di Lingua latina avrà come titolare la prof.ssa Moretti. Quanto ai corsi di Letteratura italiana, i titolari saranno i proff.: Spaggiari (I A-De), Berra (I Di-N), Mari (I O-Z), Milanini (II A-L), Cabrini (II M-Z), Cabrini-Mari (Storia dei generi letterari), Spera (LM Medievale, umanistica, rinascimentale), Milanini-Spaggiari (LM Moderna).
Infine, Marco Genre, rappresentante per Sinistra universitaria, ha sollevato la necessità di ripartire più equamente i corsi biennali tra primo e secondo semestre. Una eccessiva concentrazione, verificatasi finora, nel secondo semestre, rischia di rendere impossibile una frequenza completa. Il prof. Masini ha garantito che, fin dal prossimo anno, alcuni corsi verranno spostati al primo semestre, per venire incontro alla nostra richiesta.
(a cura di Giuseppe Alonzo)
sabato 1 marzo 2008
Nuovi regolamenti didattici: parere dei rappresentanti di SU
In attesa della concretizzazione di questi buoni assunti regolamentali in una nuova e convincente organizzazione didattica, il nostro voto, fondato su un complessivo apprezzamento per i risultati maturati, è stato conforme a quello già espresso nei singoli C.C.D. dalla nostra rappresentanza, e in particolare:
Lettere: favorevole sul triennio e sui bienni, per la prevalenza di aspetti positivi nonostante le perplessità già espresse in C.C.D., per l’assenza di vincoli eccessivi da post-liceo o da pre-SILSIS, per l’accoglimento di alcune nostre proposte grazie alla disponibilità del prof. Masini.
Filosofia: favorevole sul triennio e sul biennio, per la valutazione globalmente positiva sulla riforma, che ha accolto anche alcune nostre osservazioni, e soprattutto ha mantenuto quel carattere di libertà di scelta che da sempre caratterizza Filosofia nei confronti di altre discipline.
Storia: favorevole sul triennio e sul biennio, in virtù di una condivisione complessiva delle scelte operate nella riforma, e della attivazione del biennio archivistico, pur votato in altro C.C.D.
Lingue e letterature straniere: favorevole sul triennio e sul biennio, poste le non numerose differenze rispetto ai regolamenti attualmente vigenti, nonostante la cancellazione delle discipline filosofiche dal corso triennale (ma non dall’ordinamento), caso unico in tutta la Facoltà.
Scienze umane per l’ambiente: favorevole, viste le poche variazioni apportate, ringraziando i professori Scaramellini e Roditi per l’interesse a coinvolgere la rappresentanza studentesca.
Scienze umanistiche per la comunicazione: favorevole con entusiasmo sul biennio e astensione sul triennio, per via dell’inserimento di un corso di Lingua inglese da sei crediti obbligatorio, più una seconda lingua da verificare, in virtù, però, dei limiti tecnici noti.
Scienze dei beni culturali: favorevole sui bienni e contrario sul triennio, per via del vincolo di sostenere un ampio blocco disciplinare obbligatoriamente e interamente prima di tutti gli altri esami, limite troppo gravoso ai fini dello svolgimento del percorso formativo, e che fissa di fatto l’intero primo anno di corso. Se per propedeuticità s’intende la successione temporale e logica nella preparazione degli esami, la formula prevista per il regolamento non ha gli elementi per definirsi tale.
Critica e storia del sistema editoriale: favorevole.
Mediazione linguistica e culturale: favorevole sul triennio e sul biennio.
(a cura di Giuseppe Alonzo)
martedì 26 febbraio 2008
CCD di Lingue e letterature straniere del 13 febbraio 2008
Successivamente il c.c.d. ha approvato i nuovi regolamenti delle lauree triennale e magistrale, che verranno applicati a partire dagli iscritti al primo anno dell’a.a. 2008/2009. Poste le non numerose differenze rispetto ai regolamenti attualmente vigenti, i rappresentanti di Sinistra Universitaria hanno espresso voto favorevole. La presidente del consiglio didattico, professoressa Cometta, ha aggiunto che è stato raggiunto un accordo per attivare l’insegnamento di Lingua e Letteratura ungherese, a cui dovrebbe essere affiancato un corso di Lingua e Letteratura finnica.
Sono poi stati approvati i nuovi contratti e affidamenti esterni e conferiti gli insegnamenti dei professori aggregati, elencando il numero delle ore previste per ogni insegnamento.
Inoltre sono stati approvati anche i piani di studio degli studenti e le correlazioni delle tesi di laurea.
Infine è stata posta dalla rappresentante Giulia Lagomarzini una domanda relativa agli appelli orali di gennaio/febbraio, dovuta al malcontento di numerosi studenti. La professoressa Cometta ha risposto che si è trattato di un malinteso, in quanto il regolamento già attivo da anni prevede solo due appelli orali tra gennaio e febbraio, in quanto è presente anche un appello scritto a gennaio. Mettendo solo due appelli orali, un professore non fa altro che rispettare il regolamento vigente. Davanti alla nostra perplessità ci viene spiegato che alcuni docenti non erano al corrente di questo regolamento. Mah!
In ogni caso ci si riserva di migliorare il posizionamento degli appelli, questione spesso spinosa per via di sovrapposizioni problematiche, con la Commissione Gualandri nella stesura di un nuovo calendario.
Il professor Vescovi interviene parlando di problemi di appelli per chi deve laurearsi a marzo. Ci auguriamo che si possa raggiungere una soluzione creando un appello appositamente per i laureandi prima del 31 gennaio.
(a cura di Giulia Lagomarzini)
mercoledì 20 febbraio 2008
CCD di Filosofia del 18 Febbraio 2008
Riguardo a quest'ultima, la situazione è stata determinata dai troppi crediti destinati al Settore didattico di Storia della Filosofia in rapporto alle normative.
La soluzione di compromesso che si è raggiunta (a causa della diversa posizione dei docenti in materia) è che verrà sostanzialmente lasciato alla discrezione del singolo docente se inserire o meno manuali o altri testi di carattere istituzionale nel programma di esame.
Come rappresentanti, pensiamo che questa situazione non sia ottimale, e abbiamo auspicato che la discussione per trovare soluzioni alternative prosegua nei prossimi mesi (rimane da approvare il Manifesto degli Studi, il documento che concretamente definisce i percorsi di studio e le norme, come le conoscenze minime richieste per accedere al corso di laurea).
Per la valutazione globalmente positiva sulla riforma, che ha accolto anche alcune nostre osservazioni, e sopratutto ha mantenuto quel carattere di libertà di scelta che da sempre caratterizza Filosofia nei confronti di altre discipline, abbiamo ritenuto di esprimere un voto positivo.
Alcuni corsi modificheranno la denominazione: ad esempio Propedeutica filosofica diverrà Gnoseologia, al fine di non ingenerare la sensazione che essa debba essere sostenuta nei primi anni di corso.
Vi saranno inoltre indicazioni (che saranno specificate dal Manifesto degli Studi) di propedeuticità di alcuni corsi, che saranno consigliati per le matricole e saranno tarati per le loro possibilità. Rimarrà comunque possibile organizzare un percorso di studi autonomo.
Il numero di laboratori che dovranno essere complessivamente sostenuti scenderà da 4 a 3.
(a cura di Giacomo Bottos)
lunedì 18 febbraio 2008
Che cosa stiamo ricercando? Concorso studentesco di saggi e articoli.
“L’espressione «ricerca», in sé costitutiva del genere umano e di ogni individuo pensante, ha assunto col tempo uno strano slittamento semantico: se è vero che una parola conduce nella nostra mente un’immediata immagine figurativa di ciò cui essa rimanda nella realtà, alla parola «ricerca» il collegamento più immediato vuole oggi che ci balenino tra le idee sagome di matracci, alambicchi, provette, microscopi, camici bianchi. Il sapere umanistico sembra insomma, nell’immaginario collettivo, estraneo ai principi, agli sforzi, anche alle impossibilità che il mondo della ricerca quotidianamente affronta: difficile, insomma, la cognizione di un libro, di un testo, di un pensiero o di un’opera d’arte come oggetto di ricerca.”
Quali sono le cause di questo stato di cose?
Senza la pretesa dell’esaustività, richiamiamoci di nuovo a quell’immagine immediata che il senso comune associa alle parole. Se ci chiediamo chi sia il ricercatore scientifico abbiamo un’immagine molto precisa: un esperto, specializzato in un preciso ambito che lavora in un team di persone con un progetto comune.
Se invece chiedessimo, con uno sforzo di immaginazione, alla nostra mente di immaginare un ricercatore in campo umanistico, molto probabilmente si materializzerebbe davanti a noi un saggio solitario che spulcia voluminosi tomi in qualche oscura biblioteca.
Forse già in questa intuitiva antinomia abbiamo molto della soluzione del problema. Tanta parte della nostra tradizione ha posto l’accento sull’eccezionalità e sulla specificità individuale del cammino del letterato, del filosofo, dell’artista e sull’isolamento e l’incomprensione con il resto del mondo che ne deriva.
L’eburnea turris rimane un’alternativa ben presente nel mondo ideale di ogni umanista.
Noi crediamo tuttavia che, come ogni Aventino, sia una scelta inutile e controproducente. Un’immensa mole di idee, pensieri, pubblicazioni prodotte con impegno e intelligenza da studenti (ma anche ad altri livelli di ricerca universitaria) giace a impolverarsi in reali o metaforici magazzini. Solo il confronto, la pubblicità di questi risultati permetterebbe di separare il grano dal loglio e a impedire quell’eterno ritorno che sembra essere il destino immutabile in cui è inscritta la cultura umanistica. In questo imparare dalla scienza sarebbe senz’altro fruttuoso.
Se però la ricerca umanistica dovesse limitarsi a importare fini e metodi da altri Stati del sapere, a giocare su un terreno che non è il suo, con regole scritte da altri, sarebbe ovviamente destinata alla sconfitta.
Ci sono, al contrario, carte insostituibili che la tradizione letterario-filosofica può giocare. Ad esempio, potrebbe ricordare, con la memoria e l’attenzione alla parola che la caratterizza, il significato del nome “università”: totalità, interezza. Una totalità che riguardava, nella sua concezione originaria, le persone e le idee. Le persone, pur nella necessaria differenza di ruoli, erano infatti unite dal comune interesse per una disciplina e, più in generale per il sapere tutto. Le idee facevano invece riferimento a una concezione unitaria del sapere, di cui l’Università era la manifestazione visibile.
L’“università” in questo duplice senso è ciò che si è perso oggi.
L’enorme aumento degli studenti, le riforme universitarie modellate su necessità estranee alla nostra facoltà, l’analogia “commerciale” che si sta lentamente impadronendo del sistema dell’istruzione hanno lentamente disgregato quella “repubblica delle lettere” che forse in passato l’Università è stata.
Siamo tuttavia convinti che solo da un tentativo di inversione di questo processo gli studi umanistici possano recuperare vitalità. Per questo vorremmo realizzare una pubblicazione (già finanziata dall’Università) che raccolga contributi e studi frutto di ricerche degli studenti, nate nell’ambito del lavoro di tesi o sulla scorta dell’interesse personale. Abbiamo il desiderio e l’ambizione di raccogliere articoli che possano definirsi scientifici e che possano interessare anche docenti e ricercatori della nostra Università.
Gli articoli possono riguardare qualunque argomento, purché supportato da un precedente lavoro di approfondimento condotto con serietà. La redazione attribuirà agli studi selezionati un taglio unitario, in virtù di una concezione armonica del sapere umanistico, così come declinato nei settori d’interesse della Facoltà di Lettere e Filosofia: critico-letterario e linguistico-filologico classico e moderno, italiano e straniero, filosofico, storico, storico-artistico, teatrologico e dello spettacolo, musicologico, geografico, della comunicazione
Gli articoli non devono essere più lunghi di 5 (cinque) pagine di Word carattere Times New Roman
I testi devono essere inviati entro il 30 aprile 2008 all’indirizzo di posta su.letterefilosofia@gmail.com indicando nome, cognome e posizione accademica dell’autore (studente, laureato, dottorando ecc.)
Verranno selezionati circa 10 articoli. La pubblicazione che ne risulterà sarà stampata in 1000 copie, distribuita in Università e ampiamente pubblicizzata.
Gli autori, per il fatto stesso di partecipare al concorso, cedono il diritto di pubblicazione all'interno dell’opera a stampa sopracitata senza aver nulla a pretendere come diritto d'autore. I diritti rimangono comunque di proprietà dei singoli Autori.
Il trattamento dei dati, di cui garantiamo la massima riservatezza, è effettuato esclusivamente ai fini inerenti il concorso. I dati dei partecipanti non verranno comunicati o diffusi a terzi a qualsiasi titolo e potranno richiederne gratuitamente la cancellazione o la modifica scrivendo a su.letterefilosofia@gmail.com.
domenica 17 febbraio 2008
CCD di Scienze umane per l'ambiente, il territorio e il paesaggio del 12 febbraio 2008
Nuovo regolamento didattico triennale. Il nuovo regolamento per il corso triennale, che entrerà in vigore dall’anno 2008/2009, non presenta grosse differenze rispetto al precedente. Le discipline che producono meno di 50 esami annui verranno spostate al solo biennio, il cui nuovo regolamento sarà attivo solo dall’anno 2009/2010, e presenterà particolare attenzione alle discipline di geologia, sociologia, statistica ed economia. Il triennio vede una riduzione da tre a due curricula, e un dimezzamento dei crediti per laboratori. Per il resto, l’impostazione sostanziale non subisce variazioni significative.
CCD di Scienze umanistiche per la comunicazione del 5 febbraio 2008
Se per il biennio il regolamento è passato all'unanimità, per il triennio il sottoscritto ha deciso di astenersi dalla votazione. Il motivo è presto detto: il nuovo regolamento prevede il corso di Lingua inglese da sei crediti obbligatorio per tutti più una seconda lingua da verificare.
Penso che obbligare lo studente a seguire un corso di lingua piuttosto che un altro sia una limitazione soprattutto per coloro che, conoscendo già bene l’inglese, vogliono imparare una nuova lingua. So benissimo quanto l’inglese sia importante, ma questo regolamento non solo toglie allo studente la libertà di scegliere in tutta autonomia quale lingua imparare, ma di fatto annulla anche le certificazioni ESOL che fino ad oggi potevano essere portate per dimostrare di conoscere già la lingua in questione.
Sarebbe stato molto più interessante rendere obbligatorio un corso di inglese avanzato, mentre partire dalle basi elementari per qualcuno potrebbe risultare solo una perdita di tempo.
a cura di Mirko Cetrangolo
martedì 5 febbraio 2008
CCD di Scienze storiche del 31 gennaio 2008
Il c.c.d. ha approvato il nuovo regolamento delle lauree in Storia sostanzialmente così come uscito dalla commissione Gualandri senza apportare rilevanti modifiche. Le modifiche riguardano le propedeuticità per due materie del corso di laurea “didattica della storia” e “storia delle donne e delle identità di genere”. Per entrambe le materie si è deciso (con il voto favorevole di tutte le rappresentanze studentesche e della quasi totalità dei professori) di ridurre da due ad uno gli esami propedeutici da sostenere per partecipare ai corsi. Lo studente potrà così partecipare a questi corsi avendo già sostenuto l’esame di storia contemporanea o l’esame di storia moderna o l’esame di storia medievale. Riguardo l’esame di “storia delle donne e delle identità di genere” alcuni membri della componente docente hanno sottolineato come in questa scelta vi fosse una sottovalutazione del ruolo della donna nel mondo antico (mancando le due materie di storia antica tra quelle propedeutiche) per cui il c.c.d. ha previsto una riflessione su questo tema in futuro.
Si sono infine ricordate alcune delle principali novità del nuovo regolamento, tra le quali: l’introduzione della nuova laurea specialistica a indirizzo archivistico; l’abolizione del laboratorio di scrittura italiana; la presenza all’interno dei curricula triennali di un esame libero da ben 12 crediti, per venire incontro alle esigenze di chi prevede di iscriversi alla SILSIS; l’attribuzione di 9 crediti per attività non consistenti in lezioni frontali (di cui 3 devono essere necessariamente destinati all’accertamento linguistico mentre i rimanenti 6 si suddividono in 2 laboratori da 3 crediti ciascuno).
Ahimè i laboratori! Problema questo rimasto serio per gli studenti non-frequentanti (ovviamente non solo di Storia) in quanto si è osservato che le linee ministeriali tutt’oggi prevedono l’obbligatorietà della frequenza per l’ottenimento dei crediti e che la facoltà non ha i fondi necessari per istituire laboratori on-line. Stando così i fatti non si intravedono soluzioni.
A cura di Alessandro Cicchello
CCD di Scienze dei beni culturali del 31 gennaio 2008
Il Regolamento delle laurea triennale ha dato vita ad un acceso dibattito riguardo lo “zoccolo” di esami che è stato posto come comune, obbligatorio e propedeutico. Tale “blocco disciplinare” prevede Letteratura italiana, Legislazione dei beni culturali, Storia contemporanea, Storia dell’arte moderna e Storia del teatro e dello spettacolo, oltre a una disciplina geografica e una antichistica. Particolarmente dibattuto è stato il vincolo – imposto agli studenti – di sostenere propedeuticamente insegnamenti come Storia contemporanea, Storia dell’arte moderna e Storia del teatro e dello spettacolo; discipline che, per quanto utilissime, non rappresentano propedeuticità rispetto alle altre materie di base dei curricula stessi.
Senza mettere in discussione la buona fede dei docenti e le difficoltà di lavoro della commissione che s’è occupata della redazione dei regolamenti, ho espresso un voto contrario rispetto al nuovo regolamento triennale di Scienze dei beni culturali. Tale posizione è dettata dal fatto che il vincolo – presente sia nel curriculum A (storico-artistico, archeologico e archivistico) che nel curriculum B (teatro, cinema e musica) – di sostenere il suddetto “blocco disciplinare” obbligatoriamente e interamente prima di tutti gli altri esami comporti un limite troppo gravoso ai fini del corretto svolgimento del percorso formativo, contingentando di fatto l’intero primo anno di corso. Se per propedeuticità s’intende la successione temporale e logica nella preparazione degli esami, la formula prevista per il regolamento non ha gli elementi per definirsi tale. Mi riferisco, in particolare, all’obbligatorietà propedeutica degli insegnamenti di Storia contemporanea, Storia dell’arte moderna e Storia del teatro e dello spettacolo; discipline che, per quanto utilissime, non rappresenterebbero vere propedeuticità rispetto alle altre materie di base dei curricula stessi, tra cui Storia medievale e moderna, Storia dell’arte medievale e altre, cronologicamente e logicamente non richiedenti particolari propedeuticità. Ciò risulta particolarmente evidente per il curriculum A, dove per sostenere esami di Storia dell’arte medievale o Archeologia e storia dell’arte greca, per esempio, sarà considerato “propedeutico” – e quindi obbligatorio – sostenere l’esame di Storia contemporanea.
Le motivazioni del Presidente sono state:
-la possibilità dello studente di compiere una scelta tra i curricula, a suo dire, più cosciente.
-la possibilità di gestire con maggiore efficienza i piani di studio.
Altra perplessità avanzata è stata l’assenza, nel gruppo degli esami obbligatori, di discipline dell’ambito disciplinare di Archeologia, Archivistica e Musica.
Tali soluzioni non possono trovare l’approvazione mia e degli studenti che rappresento in quanto andrebbero a ledere il diritto di seguire con serietà e autonomia la strada del giusto apprendimento. Nonostante sia importante tutelare gli studenti che commettono un errore nella scelta del loro percorso di studi (facilitando, cioè, la loro possibilità di cambiare curriculum in corsa), ciò non deve prevalere sul dovere da parte dell’università di garantire un corso di laurea omogeneo e serio a coloro che lo scelgono con criterio e consapevolezza.
Comprendo la necessità di semplificazione e di riduzione delle peculiarità proprie dei singoli curricula, ma un’operazione di questo tipo porterebbe a perdere quell’omogeneità e quella coerenza logica e cronologica dalla quale un corso di laurea della facoltà di Lettere e Filosofia non può prescindere.
A cura di Davide Rota
sabato 2 febbraio 2008
Obiettivo Studenti… demolisce i regolamenti… in C.C.D. vota a favore… e poi torna a demolirli!
I rappresentanti di Sinistra Universitaria, per voce di Giuseppe Alonzo, che ha seguito nei mesi scorsi la revisione dei regolamenti di Lettere, intervengono mettendo in rilievo luci e ombre, proposte accolte e respinte.
Si avvia così il dibattito, ma… immancabilmente chiedono la parola i rappresentanti di Comunione e Liberazione… alias Obiettivo Studenti, minoranza in C.C.D. dopo la sconfitta alle elezioni del maggio scorso. Visibilmente impreparati e raffazzonati sull’argomento, accusano il C.C.D. di essersi riunito troppo poco. Peccato che la sede del dibattito sulla riforma dei regolamenti fosse un altro, cioè una commissione del Consiglio di Facoltà, in cui pure CL è rappresentata.
Guarda caso, i motivi di dissenso espressi da Obiettivo Studenti sono identici a quelli appena elencati dai rappresentanti di SU nel loro discorso. Tali e quali, sembrava un rewind. Per un attimo ci siamo sentiti venerati e ripetuti come le encicliche o le lettere di Ratzinger… Non pochi docenti, compreso il presidente del C.C.D., ribattono alle inesattezze pronunciate da CL, tentando di spiegar loro che Linguistica generale non è un corso specialistico o che saranno sempre presenti insegnamenti specifici per i bienni. Più che un C.C.D., sembrava un centro per ripetizioni gratuite.
Niente. Il dissenso è convinto: sano e tenace clericalismo! Tutto sembra scritto: lamentele sul C.C.D., attacco al presidente, demolizione completa del lavoro di mesi. Il voto di Obiettivo Studenti sarà certamente contrario. E invece, sorpresa! Questo popolo delle letterarie libertà, questi impavidi alfieri della comunità studentesca, dopo aver detto peste e corna dei nuovi regolamenti, votano a favore!!!
E in questi giorni, dopo averci convinti via mail che per merito loro le biblioteche di mezzo mondo prolungano gli orari (pare che abbiano ottenuto un’integrazione di personale alla British Libary), ecco l’ultimo colpo di genio: appendono manifesti che proseguono nella demolizione dei regolamenti. Cioè, non un attento e competente panorama di luci e ombre, ma uno sventramento totale! Viva la coerenza, viva l’uso responsabile del voto in Consiglio!
Ma il C.C.D. e i rappresentanti di SU sono pazienti. Vanno avanti e sopportano questa minoranza chiassosa e populistica. Ma sì, sopportiamola con cristianissmia rassegnazione questa Lista Aperta Obiettivo Studenti. Lista aperta e libera, è chiaro, di dire “A” per votare “B”. E, il giorno dopo, di propagandare “C”!
CCD di Lettere del 30 gennaio 2008
IL NUOVO TRIENNIO DI LETTERE
LUCI
- solo 17 esami più i crediti liberi
- due soli curricula, antico e moderno: base più solida senza eccessivi vincoli
- più autonomia dal biennio, per un titolo di studio più dignitoso e indipendente
- requisiti per la SILSIS importanti ma non vincolanti: né un corso “liceale” né una anticamera per l’insegnamento
- esami di base da 12 CFU: ampia base e prospettive di approfondimento
- laboratorio di scrittura non più obbligatorio e laboratori senza obblighi di frequenza
OMBRE
- esclusione di Filologia italiana, Filologia umanistica e Letterature comparate, che diventano solo biennali
- un solo esame di Letteratura italiana per classicisti e poche letterature straniere
- nessuna disciplina critico-teorica per classicisti
I NUOVI BIENNI DI LETTERE MODERNE E SCIENZE DELL’ANTICHITÀ
LUCI
- solo 10 esami più i crediti liberi
- quattro curricula per moderne e due per antiche
- solida preparazione di base sulle discipline specialistiche caratterizzanti il corso
- ampi campi di scelta coerenti e liberi, senza troppi vincoli per la SILSIS o percorsi obbligati
- autonomia dal triennio: 120 crediti indipendenti dai precedenti 180 e finalmente più specialistici
- grecistica e più comparatistica per modernisti
- più bibliografia e biblioteconomia
- molta attenzione alle lingue straniere per modernisti
OMBRE
- nessun insegnamento di letteratura o storia per classicisti che vada oltre il medioevo (niente Letteratura o Linguistica italiana, né Storia moderna o contemporanea)
- nessuna letteratura straniera per classicisti
Perché i rappresentanti di Sinistra Universitaria hanno votato a favore dei regolamenti:
- perché la riduzione degli esami è un aspetto positivo generalizzato
- perché le “luci” sono prevalenti sugli aspetti meno convincenti
- perché c’è una buona sintesi tra autonomia e complementarietà di triennio e biennio
- perché non ci sono eccessivi vincoli né da post-liceo né da pre-SILSIS
- perché alcune nostre proposte, in questi mesi sono state accolte: grecistica per modernisti, Letterature comparate più visibile e obbligatoria per molti biennalisti, aggiunte e correzioni sulle letterature straniere e su altre materie affini e integrative
- perché siamo fiduciosi che i nuovi corsi di base da 12 crediti siano un’opportunità di più solido approfondimento
I lavori non sono finiti. Un giudizio più ponderato arriverà quando sapremo come verrà concretamente organizzata la didattica degli insegnamenti inseriti nei nuovi regolamenti. Per il momento, pur con alcuni spunti critici, abbiamo espresso soddisfazione e collaborazione.
(a cura di Giuseppe Alonzo)